I clubbers appassionati di radio
show, a sentire il suo nome, saranno piacevolmente contenti di sapere che oltre
ad essere un veterano della scena, Amerigo
Provenzano è anche un ragazzo della porta accanto. A Five O’Clock, racconta la sua storia, dalla passione per la sua m2O
alla sua visione sulla musica.
- Ciao Amerigo! Ormai sei sulle scene da oltre 20 anni. Cosa
ricordi dei tuoi inizi?
“Ho ricordi vaghi…ahhahahaha!!! Ricordo
di aver iniziato senza sapere bene in cosa mi stavo mettendo ma mi sono
affidato molto al mio istinto e alla voglia di trovare una strada mia.”
- Quali artisti e generi ti hanno influenzato maggiormente? Quanto e
come è cambiata la musica, rispetto ad oggi?
“Onestamente non ho mai avuto
delle figure di riferimento importanti, non sono mai stato un superfan di
qualcuno. Credo che la musica non sia poi cambiata di molto, passano gli anni e le mode ma alla fine i concetti e le note sono sempre quelle. In realtà ci sono
corsi e ricorsi storici che ciclicamente si ripresentano.”
- Da tempo fai parte della crew di M2o ed il tuo programma, "Provenzano Dj Show" con Manuela Doriani, tra l'altro recentemente premiato ai Dance Music Awards, è seguitissimo. Cosa significa per te fare la radio?
“Con un pizzico di orgoglio posso
dire che m2o insieme a Tamburini, Bolognesi
e Farra l'ho creata io quindi era normale avere anche un programma in onda !
Fare la radio è tutta la mia vita, in realtà non ho mai fatto altro. Devo ammettere che mi da tante
soddisfazioni perchè son riuscito a farla sempre a grandi livelli per tanti
anni e questo vuol dire che qualcosa di buono l'ho combinato!”
- In base a cosa scegli le tracce da passare nel programma o da
inserire nelle ormai celeberrime compilation da te mixate per m2O?
“Sono scelte a volte molto
diverse, per realizzare una compilation bisogna tener presente il mercato e
quindi fare delle scelte orientate a nomi e titoli vantaggiosi per vendere, mentre quando penso al programma radiofonico invece pongo l'attenzione alle
nuove proposte musicali.”
- Hai lavorato con artisti internazionali di calibro, come Fedde Le
Grande, Swedish House Mafia, Tiesto o Morillo. Quanto credi nelle
collaborazioni?
“Collaborare è importante perchè
significa unire le forze, ampliare la propria visibilità e cercare di mettere
insieme le proprie idee con quelle degli altri. Non bisogna pensare di fare
tutto da soli.”
- Se ti dico "Reder8" cosa ti viene in mente?
“Mi vengono in mente molte cose non
tutte positive purtroppo, diciamo che era una possibilità molto importante che
a causa anche di qualche cattivo consiglio ho finito per non sfruttare, rimane
la soddisfazione di avere realizzato un disco suonato da molti TOP deejay.”
- Parliamo di set: cosa ti piace esprimere durante le tue
performance?
“Il primo obiettivo è sempre
quello di far divertire le persone che ci sono e quindi la scelta musicale è
sempre la priorità, poi mi piace essere molto tecnico e pulito in fase di mixaggio
e proporre un dj set molto personalizzato e quindi utilizzo molti mashup fatti
da me.”
- Oggi la tecnologia ha fatto dei mostruosi passi in avanti. Tu
come gestisci le tue attrezzature per suonare e produrre? Oggi c'è una
polemica feroce in questo senso, tu come ti pone davanti a questa diatriba a
volte stucchevole old/new school?
“Credo che sia una polemica
ridicola visto quanto la tecnologia influenzi oggi le nostre vite, più in
generale penso questo, ci sono tre categorie di DJ: quello che passa il tempo a
criticare quelli che usano il computer, quello che passa il tempo a criticare
quelli che ancora usano il vinile e quello che passa il tempo a scegliere la
musica migliore.”
- Hai suonato in moltissimi grandi club italiani. Esistono
differenze con le scene clubbing estere? Cosa dobbiamo ancora imparare, se
dobbiamo farlo, dalle situazioni di altri Paesi?
“All'estero c'è una cultura club
molto più evoluta, la gente va a ballare per divertirsi ma anche molto preparata
musicalmente, sa cosa va ad ascoltare e si documenta sul deejay che suona. Diversamente in
Italia si va ancora a ballare per rimorchiare…”
- Qual è tra quelle prodotte da te, la tua traccia preferita e perchè?
“Onestamente non c'è una traccia
preferita, ognuna ha una sua storia in generale e sono molto contento perchè negli
anni mi sembra di aver fatto un percorso qualitativo molto importante e il
supporto di molti Top DJ internazionali dimostra la verità di queste parole.”
- L'artista internazionale e quello italiano che apprezzi di più in questo momento ?
“A livello internazionale secondo
me Calvin Harris come deejay produttore è il numero uno, come artista in
generale Pharrell Williams è un extra terrestre. A livello italiano abbiamo
alcuni giovani come i Vinai e Merck&Kremont che ci fanno ben sperare per il
futuro.”
- La traccia che se potessi,suoneresti in ogni dj set?
“Royksopp - 49 Percent (Angello & Ingrosso
Remix)”
- Essere un dj: cosa significa per te, quali emozioni ti fornisce?
“Significa avere l'opportunità di
fare il lavoro più bello del mondo e di passare tanto tempo insieme alla mia
grande passione : la musica.”
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