domenica 20 maggio 2012

ALESSIO COLLINA: MUSIC IS THE ANSWER!


Jamie Jones, Luciano, Ricardo Villalobos, Raresh. Per adesso sono solo miti, top dj mondiali da ammirare e magari da imitare. Forse un giorno saranno semplicemente colleghi con cui condividere una consolle. Questo l’augurio che si può fare ad un altro, ennesimo, talento che la scuola italiana di dj e produttori ha sfornato: si tratta di Alessio Collina, classe ’90, 2.500 like sulla pagina Facebook e tanta, tanta voglia di continuare ad infiammare i dancefloor con le sue tracce.

Premetto che non ho voluto tagliare nulla di questa interessantissima chiacchierata. Le parole, certo più di tante immagini, spesso permettono di raccontare davvero cosa si cela dietro a quello che, per molti, è una vera e propria icona.


- Ciao Alessio, benvenuto. Mi racconti come, quando e perchè è iniziata la tua carriera da dj? 
Beh, diciamo che ho iniziato in età adolescenziale a girare i primi dischi alle feste di amici come penso il 90% dei djs della scena attuale, correva l'anno 2005. Organizzavo feste con i miei amici a casa di mia nonna, dove c'è una sala grande e in quegli anni era isolata, non c'era nessun'altra casa intorno. Ho ereditato la passione per la musica da mio padre, ancora attualmente sulla scena della musica latino-americana nelle vesti di dj, produttore e label owner.

Mi ha sempre affascinato la figura della persona che aveva in mano il potere di far ballare la gente, così tanto da voler iniziare; devo ringraziare sopratutto mio padre che mi regalò due technics e mi diede un suo mixer Pioneer a due canali. La prima cosa che fece quando arrivò a casa con il mixer fu mettere un po' di nastro nero sul contatore di bpm del mixer, io gli chiesi perché li stava oscurando e lui mi rispose molto semplicemente: " un giorno mi ringrazierai"; è così è stato. Quasi ogni settimana andavamo insieme al negozio di dischi, lui comprava cd e io i vinili, così dal 2006 fino al 2011. Nel corso di questi anni, iniziai con amici a organizzare feste in un locale della zona per qualche anno, nel frattempo diversi gestori di locali venivano ai party per sentirmi e, successivamente, mi chiamarono per esibirmi nei loro locali. Andando così avanti iniziarono i primi agganci con Riccione e le prime "residenze",  ma ad un certo punto arrivò la necessità di poter esprimere pensieri e idee, e iniziai a produrre: lì qualcosa di grosso veramente cambiò.”

- Le tue influenze musicali sono cambiate negli anni?
“Sicuramente sono cambiate, gli anni in cui ho iniziato a suonare ero molto attento alla scena italiana, dove predominavano serate come Diabolika, Folies De Pigalle e quant'altro.
Affascinato forse più dalla scenografia che dalla musica di queste serate, iniziai col suonare e produrre musica techno - minimal nelle sue varie sfumature.

Devo ringraziare oltre a mio padre, anche Alessandro Piatto, fondatore della nota label italiana "Italo Businnes", perché inizialmente mi ha insegnato moltissime cose ed è stato disponibile e sincero sui primi lavori che gli portavo. Anche mio fratello Matteo, in arte MCJ, mi ha sempre aiutato nell'istruzione di Logic, visto che lui è nato come produttore e io come dj, a casa ci scambiavamo pareri sinceri sui nostri lavori ed è stata, ed è ancora adesso una cosa importantissima avere opinioni dirette per migliorarsi sempre ogni giorno. Dopo varie uscite su label come N.O.I.A, Fish, Speca e molte altre, io e mio fratello decidemmo che era arrivata l'ora di fare un disco insieme, ma non il solito disco.

Volevamo fare qualcosa che arrivasse di più alla gente, così nell'anno 2009 facemmo il nostro primo ep su Fish Records di Londra chiamato "Strange Saxophone". Questo brano è rimasto impresso perché è un ibrido tra suoni techno - minimalisti, coniato da un riff di sax che ha lasciato la gente sorpresa. Non sono un amante delle classifiche perché sappiamo tutti quanti la mafia che c'è dietro, ma arrivò nella top 20 delle più vendute di Beatport, classifica minimal, nel 2009 e inaspettatamente entrò in classifica anche nelle due compilation che uscirono successivamente. Fu questo il brano che fece cambiare il mio stile, sentivo la necessità di fare qualcosa di più cantato, armonico; qualcosa che potesse essere più musicale.

Quindi iniziai in studio a provare le prime cose più percussive, tech-house, accompagnate da chord, string pad e quant'altro. Oggi mi sento di dire che sono un artista molto eclettico, non metto paletti (a parte quelli che limitano i generi opposti) sulla mia strada, quando sono ispirato vado in studio e butto giù l'idea. Eclettico sia come dj set che come produttore, la location e la situazione mi fa pensare molto al miglior modo per stupire ed emozionare la gente che balla, stando sempre attenti a non cadere nella banalità. In studio invece seguo semplicemente quello da cui sono ispirato, molto influenti su di me sono il mio stato d'animo attuale e le stagioni. D'estate nel poco tempo che ho per stare in studio ho sempre fatto cose molto house che trasmettono il messaggio di "festa", mentre d'inverno magari cose più dark e "technoidi".

-        -  Gli artisti che ti hanno influenzato maggiormente? 
"    "Come dj set ho sempre stimato molto Marco Carola, un’icona secondo me anche se criticato da molti. Penso sia uno dei pochi artisti italiani che ha seguito meno le mode e i generi del momento, facendo sempre il suo sound in maniera ottimale e arrivando a livelli davvero notevoli. Come produttore è difficile dirti chi mi abbia davvero sorpreso in questi ultimi tempi, ci sono tantissimi bravi artisti sconosciuti di cui mi arrivano promo e che suono costantemente, ma se dovessi sceglierne uno non ti saprei rispondere."

- Mi parli di Trend Records?
“Il progetto è nato nell'inverno 2010, quando io e mio fratello abbiamo deciso che volevamo proporre il nostro sound, anche dando spazio ad artisti sconosciuti che secondo noi avrebbero meritato big labels. Il primo nostro ep “Conmigo" è uscito a luglio 2010 e ha riscosso subito molto successo sia a livello di feedback che a livello di supporto nei dj set. Richie Hawtin ha continuato a suonarlo per circa un mese in situazioni spaventose come Superblock (Portogallo) o Cavo Paradiso (Mykonos). I due ep dopo hanno sempre avuto la mia firma, inizialmente abbiamo deciso di investire in modo sicuro su noi stessi e su artisti fidati come il nostro grande amico Luca Albano

Intanto iniziarono ad arrivare una quantità enorme di demo e scoprimmo tanta bella musica da artisti semisconosciuti su cui abbiamo voluto investire perché meritevoli secondo il nostro punto di vista. Possiamo affermare con successo che questi artisti semisconosciuti che hanno fatto le prime produzioni con noi ora escono su labels di spessore e suonano in giro per il mondo, quindi sono grandi soddisfazioni per noi. Lo scorso anno abbiamo partecipato al meeting italiano delle labels di musica elettronica a Marghera, organizzato da Altavoz, e devo dire che è servito parecchio confrontarsi e prendere spunti e idee da labels presenti da parecchio tempo sul mercato. 

Colgo l'occasione anche per annunciare le prossime release: a fine maggio avremo la coppia sudamericana che sta spopolando : Figueroa & Obando. Ho affidato un remix al giovane tedesco, reduce da release su etichette del calibro di Cècile e Bouq, Emanuel Satie; l'altro invece l'ho assegnato ai miei grandi amici Renè & Athletic Duo. Dopo questa release faremo il sampler per festeggiare i due anni di esistenza con 5 tracks di promettenti artisti italiani e stranieri.”

Un live set di Alessio Colina


 

- Quali progetti musicali hai in programma in questo momento e nell'immediato futuro? Con che artisti collaborerai e su quali etichette uscirai?
“Ci sono tante cose interessanti in ballo, ho dei remix in uscita: uno per il mio amico Matteo Gatti di Alchemy su Hustler Muzik, label bolognese fondata dal mio amico Astin e un altro per Angelo Ferreri e Daniele Kama su Nature Beat Records. Sto lavorando a un nuovo remix per Paul C e Luca Morris per la loro label Polar Noise, poi credo che mi fermerò un pochino con i remix per dedicarmi a qualche nuova traccia. Quest'estate uscirà una mia nuova traccia chiamata "She is Back" su Blackrose, nota label torinese dei miei grandi amici Ale Verros e Ste Genta nel sampler estivo. La notizia che mi dà molta soddisfazione annunciare però è il mio disco "Strange Dreams" che uscirà nei prossimi mesi nel Tool For School V/A sulla nota label israeliana di proprietà del grande Shlomi Aber: Be As One.”

-  Cosa ne pensi del movimento in Italia? A livello di locali, organizzazioni, eventi stile festival , come stiamo messi? E la realtà romagnola come la descriveresti? Rispetto all'estero esistono delle differenze sostanziali? 
“Parlando di dove abito io, Milano Marittima e Cervia, penso che l'underground la gente non sappia neanche cosa sia, la musica è messa in secondo piano ed è una cosa che mi dà molto fastidio. Per fortuna ora faccio parte di un nuovo progetto creato dal famoso Moxa Club di Mantova, che ha preso in gestione un locale dove propone ogni weekend guest dj's di notevole calibro e dove sono resident. 

Parlando dell'Italia in generale penso che a livello di festival sia ancora indietro anni luce a quello che succede in Germania e in Olanda per esempio, in questi paesi, in questi paese c'è interesse a promuovere eventi di questo genere anche dal punto di vista culturale e non solo dal punto di vista economico di chi ci guadagna. L'altro problema dei festivals è che in Italia c'è poco rispetto, succedono spesso risse o tafferugli per motivi senza senso; cosa che all'estero succede raramente, lo stesso avviene nei locali. Il 70% della gente non si interessa dell'artista che suonerà, della line up, del genere musicale; cosa che a mio avviso mette tristezza. 

A Berlino, a un amico, hanno chiesto la line up della serata;ha risposto in maniera esatta ed è entrato: penso che questo episodio faccia capire quanto è importante l'aspetto musicale al di fuori dell'Italia. A Roma posso parlarti della mia esperienza, ho suonato ad un party sulla spiaggia organizzato da Neutra, Rehab, Belli Freski e vari staff della zona e devo dire che mi sono divertito molto. Atmosfera fantastica, dancefloor carichissima e party da 10 e lode!
A livello di feste e serate che organizzano nei locali mi sembra una buona piazza, tanti artisti internazionali e importanti, anche se lavorando e frequentando di più Bologna, penso che qui si facciano ospiti molto ricercati e che difficilmente senti in Italia; ma questo è solo un mio parere.”

- Oggi produrre musica, per un dj, serve ancora ? Fra 10 anni esisteranno ancora label o dominerà il downloading illegale?
“Penso che sia indispensabile, non come fonte di guadagno, ma come trampolino di lancio. Se non avessi voluto intraprendere la strada della produzione ora non sarei dove mi trovo e, anche se la strada è ancora lunga, penso di essermi meritato tutto per avere 21 anni; non lo dico per vanità, ma ci metto tutto me stesso in quello che faccio. Credo che se andremo avanti di questo passo arriveremo a un punto dove sarà davvero difficile vivere di musica. Già adesso i produttori ben affermati fanno musica per promuovere i successivi tour e gigs che andranno a fare in giro per il mondo, quindi alla fine è sempre un ripiego per fare date: anche io mi ci metto dentro a questo schieramento. Non molto tempo fa ho provato a usare un servizio antipirateria musicale per Trend, qualcosa è contato ma alla fine si trovava sempre il modo di scaricare la musica in modo gratuito, quindi abbiamo deciso di lasciar perdere.

Non voglio entrare nel dettaglio perché sarebbe un discorso senza capo né coda, ma senza labels non ci sarebbe il mercato della musica secondo me, io quando voglio comprare nuova musica vado subito a sentire le nuove uscite delle etichette che mi appartengono come genere musicale.
Penso che ci debbano essere più controlli nei locali su questo punto di vista : non puoi usare musica scaricata illegalmente come fonte di guadagno, anche se il classico "dj-ragazzino" si vende per i classici 30 o 50 euro.
In conclusione: se non esistessero le labels, non ci sarebbe più una identificazione qualitativa musicale e i produttori non avrebbero più la motivazione per lavorare.”

- Qual è tra quelle prodotte da te, la tua traccia preferita e perchè?
“Sicuramente la mia traccia preferita e quella che mi ha dato più soddisfazioni è “Discorotto”, uscita sulla famosa label Newyorkese "Inmotion music". E’ uscito per caso, io non mi aspettavo che potesse fare così tanto successo, ma sono stato davvero contento! Mi ricordo ancora il giorno in cui un amico su skype mi chiese . "Guarda questo video, ma non è il tuo disco?" Io lo guardai, e Marco Carola al Pacha stava suonando il mio disco davanti ad un pubblico immenso: penso che queste siano le vere emozioni e soddisfazioni che ti può dare la musica. Marco continuò a suonarla per 2 mesi, in tutte le più importanti situazioni e festival mondiali: questo video penso che esprima quello che le parole non arrivano a fare."





- Il tuo rapporto con le nuove tecnologie: tu come preferisci suonare e cosa pensi di chi usa il computer?

“Come ho già premesso prima, sono sempre stato un amante del vinile; e ,sin dalle mie prime date, andavo a suonare la maggior parte delle volte con due borse piene di dischi. Il mio set era composto al 90% da solo vinile e dal restante 10% da cd, che usavo sopratutto per suonare le mie tracks. Andando avanti e avendo sempre più date fuori dalla mia città, ho deciso di passare a Traktor Scratch in timecode con il vinile, è molto comodo quando devo prendere un aereo, ma anche solo un treno. Sono favorevole alle nuove tecnologie, anche se hanno dato l'opportunità di "semplificare" questa professione. Come sappiamo tutti ora basta avere un controller e un Macbook, installare Traktor e si diventa dj: penso che sia una concezione sbagliata.

È vero che è la musica è quello che importa, ma penso che prima di comprare un controller e suonare in sync, due dischi a tempo bisogna saperli mettere; anche se nel nostro paese sembra che poco importi ultimamente.  Il dj, oltre a suonare bei dischi, penso che debba intrattenere il pubblico anche in maniera "scenica"; e sinceramente apprezzerò sempre un dj che suona con i vinili rispetto a uno che suona con il controller, andare a casa con la maglietta sudata e il sapore del vinile è emozionante e non ti nascondo che mi manca, ma bisogna guardarsi avanti.”


- L'artista internazionale e quello italiano che apprezzi di più in questo momento ?
“Al momento penso che gli italiani che stanno andando più forte al momento sono i miei amici Pirupa e Leon.” Partiti dal basso, sono arrivati a un livello altissimo nel giro di poco tempo grazie alla loro musica e penso che si stanno meritando ogni singola soddisfazione.

L'artista internazionale che apprezzo di più al momento, non sono musicalmente ma anche come profilo artistico, è Uner. Lo seguo da prima che uscisse il suo Cadenza, e ho sempre pensato che prima o poi sarebbe arrivato qualcosa di importante da parte sua, ed eccoci qua. Qualche settimana fa è stato ospite in un locale nella mia zona ed ha fatto un live set davvero da brividi."



- Il locale in cui hai suonato che ti ha emozionato maggiormente e di cui hai un ricordo bello?
"Ti rivelo che ho aspettato la data dello scorso weekend prima di rispondere a questa domanda.  Sabato scorso ho suonato al Neutra Music Lab a Frosinone ed è stato fantastico. Vera atmosfera da club (ormai raramente visibile), dancefloor gremita e sempre carica, impianto che non ha nulla da invidiare a club molto più grandi, l'ultimo disco che non è mai l'ultimo e la voglia di far festa. Penso sia stato uno dei set più emozionanti della mia carriera fino ad ora. La gente che si diverte,sorride e urla alle ripartenze: queste sono le vere soddisfazioni.”

Ecco il live del Neutra   





- La traccia che se potessi, suoneresti in ogni dj set?
“Sicuramente Danny Tenaglia - Music is the Answer !! Penso sia uno dei dischi storia che racchiude la maggior parte delle generazioni e che in qualsiasi momento del set , stupisce ed emoziona sempre il pubblico."

- Essere un dj ...cosa significa per te, quali emozioni ti fornisce?
“Significa tutto, la musica è la mia vita, senza di lei non potrei vivere. La musica non è solo emozione, ma anche sacrificio, vittoria o delusione; è il mezzo che uso per comunicare quello in cui credo fermamente, sia dietro una consolle che in studio. L'emozione che mi fornisce è indescrivibile, solo chi è amante della musica può capire di cosa sto parlando.”








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