domenica 19 ottobre 2014

PAOLA POLETTO: SENSUALITA' AD IBIZA

La prima donna ad essersi esibita al Pachà di Ibiza, isola che l’ha accolta e che praticamente è diventata la sua nuova casa. Qui ha trovato l’amore, si è consolidata professionalmente. Ma nonostante un’esperienza ventennale, un amore sconfinato per il vinile rafforzato anche da quell’incontro col compianto Marco Trani, la sua umiltà tutta sabauda le impone di continuare a chiedere il meglio da se stessa. Five O’Clock è lieta di dare il benvenuto a Paola Poletto.

- Dalla danza classica alle più importanti consolle del panorama clubbing: come racconteresti, pensando ai momenti più importanti, la tua carriera?

“Credo che rispetto ad altri devo fare ancora molta strada, imparare molte altre nozioni tecniche e fare ancora tanti passi. Ma rispetto al mio passato vedo la mia vita sempre in movimento e da brava gemelli quale sono, mi sono impegnata tanto e ho passato anche periodi di grande noia musicale. Quando ho voluto raggiungere un risultato mi sono agitata cosi tanto che alla fine ci sono arrivata, vedi il programma di radio dall’Ushuaia quest’anno (era una cosa che volevo fare a tutti i costi) al contrario ciò che non ho fatto e’ perché in realtà non l’ho voluto forse con tutto il cuore. La danza mi ha insegnato la disciplina e alla fine questa paga sempre i suoi frutti.. .anche se io con l’età divento sempre più indisciplinata!”

- Quali sono stati i generi o gli artisti che più ti hanno influenzato ai tuoi inizi e quali quelli che oggi consideri pietre miliari? Leggo di uno zio Ralf quasi fonte di ispirazione per te!

Ralf per me sarà sempre un fuoriclasse se parliamo di fare ballare la gente! Non ho mai visto una carriera come la sua e soprattutto in un momento in cui fare il dj non era così reclamizzato come adesso. Lui e’ il maestro per eccellenza ma a livello musicale come produzioni primi fra tutti il mood swing di Sandy Rivera (quello dei Kings of Tomorrow), Dennis Ferrer, i sinth di Todd Terry o i groove di Kenny Dope. Poi perché no Locodice o il Luciano di qualche anno fa’. In sostanza io amo l house music, quindi cerco sempre un barlume di melodia, qualcosa che mi faccia amare ogni singola track. Se invece parliamo di tecnica … cambia il discorso. Una volta entrai al Prince di Riccione e vidi suonare Marco Trani a tre piatti: quella fu la vera rivelazione per me e comprai così anche io il terzo piatto. Si parla del 1997.”

- Come gestisci i tuoi set e come ti poni di fronte all'annosa diatriba vinile vs strumentazioni tecnologicamente avanzate?

“La musica è un concetto indipendente dalla tecnica, credo che bisogna avere buon gusto al di là di come tecnicamente si suoni. Io vengo dal vinile ed ho imparato con due giradischi rotti, dunque so cosa significa suonare in condizioni pietose. Ma prima non c’erano tante scuse: arrivavi e dovevi suonare!! Ho 20 anni di vinile sulle spalle, quindi anche se ora volessi passare al sinc in realtà non devo dimostrare niente a nessuno … per questo da certi dj accetto questo compromesso. Vedi Luciano. In questo caso si usa la tecnologia per dedicare l’attenzione ad altri aspetti, sono scelte personali. Quello che non accetto in nessun modo sono i nuovi fenomeni o anche sconosciuti che “sono dj” ma senza neanche sapere realmente nulla della tecnica. Il sinc fa tutto? No mi spiace, per me questo e’ inaccettabile. Io sarò sempre un amante del vinile, il mio primo amore e ne sono piena in casa. Ma non è vincolante, dipende sempre da cosa cerchi di esprimere quando selezioni la tua musica. Se gioia, energia o sensualità. Io  voglio vedere tutte le donne della sala ballare: questo e’ sempre il mio obiettivo principale.”

- Ibiza rappresenta senza dubbio il luogo che ti ha consacrato. Sei stata la prima donna ad esibirsi al Pacha! Come definiresti l'atmosfera dell'isola e quali sono state negli anni le situazioni in cui ti sei divertita di più?

“Ibiza ormai è casa per me. Ci sono arrivata per lavoro direttamente e me ne sono innamorata per altre ragioni non solo per i club. Posso dirmi figlia di questa terra, non ho dubbi ma vorrei solo che venisse rispettata di più perchè l’atmosfera è unica e quindi è un’isola che va protetta e amata . Non e’ Montecarlo o Miami e non è neanche Mikonos. Va capita e chi viene qui si deve adattare a come viviamo noi, ovvero con rispetto, tolleranza, pulizia e calma. Senza dubbio la stagione del 2010 e’ stata per me la più divertente, al vecchio Ushuaia quando era solo un beach club: eravamo una famiglia indimenticabile.”




- Hai suonato veramente a fianco di tantissimi big della scena, ovviamente quasi tutti maschi. Quanto è più complicato, se lo è, imporsi sulla scena clubbing...essendo una donna?

“Per nulla complicato, io sono stata super aiutata! E’ una stupidaggine questa storia del maschilismo nell’ambiente, al massimo ci sono solo più persone “che posso provarci” ma questo non e’ un limite alla carriera. Dipende da ciò che uno vuole fare: io sono stata ultra consigliata bene sempre, aiutata in ogni situazione, ripeto. Ho un bellissimo ricordi di tutti i top dj italiani quando mi vedevo con loro in consolle, primo fra tutti Ralf o anche Richy Montanari, Massimino, Flavio. Certo erano altri tempi, io ero molto piccola. Pensa a 18 anni suonai con Dave Morales che mi vide e mi disse: “sai che sei molto brava per essere cosi giovane!”. Poi mi consigliò di imparare l’inglese prima di ogni altra cosa, cosi da non avere nessuno che parlerà per te. L’anno dopo mi trasferii a Londra.”

- Proprio per la tua scelta professionale, legata ad Ibiza, hai un occhio privilegiato e ti chiedo: l'Italia potrà mai avvicinarsi anche solo vagamente alla scena clubbing, non dico ibizenca, ma quanto meno estera?

“L’Italia e’ la numero uno come tipo di pubblico! Le feste che si fanno da noi sono uniche. Metto fra le migliori quelle di Torino e della Puglia a pari merito. Ma ciò che manca è la vera organizzazione aziendale in termini di serietà e professionalità: tutti si fanno la guerra mentre dovrebbero unirsi e in questo modo anche lo Stato vedrebbe più organizzazione congiunta per riuscire a fare anche da noi grandi festival. Ecco se manca qualcosa direi la preparazione manageriale: basti guardare quanti parlano e scrivono in inglese.”

- Botta e risposta: la tua traccia in assoluto preferita e perché? L'artista giovane che preferisci al momento ? Il club che ti ha dato maggiori emozioni?

“La mia traccia preferita senza tempo è “Knight of Jaguar” di Rolando (vorrei averla fatta io)! Giovane di età? O di carriera? Se giovane di età allora ti dico i Martinez Brothers, invece nel senso di emergente dopo mio marito Francisco Allendes (ovviamente per me lui e’ un genio) nomino Cristian Viviano, un dj siciliano.Per quanto riguarda i club, per me suonare in Puglia è sempre una grande emozione, specialmente coi ragazzi del Cromie e quelli del Clorophilla




- Infine: stai per diventare mamma e vorrei chiederti...un giorno quando dovrai spiegare a tuo figlio/a che cos'è la musica e quali emozioni trasmette...con quali parole lo farai?


“Mio figlio crescerà nella musica ed è praticamente inevitabile. Per fortuna la musica va oltre le parole, quindi non ci sarà da spiegare nulla, se non che segua i suoi sogni”




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